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Correre Libera(la)mente

Correre Libera(la)mente

CORRERE LIBERA(LA)MENTE

Per la prima volta in Italia, alcuni detenuti si sfideranno in una competizione sportiva all’esterno degli istituti di pena. Un progetto che nasce dalla collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia, La Rosa & Associati, il Marathon Sport Center, l’Associazione romana Gruppo Idee e il Comitato Regionale Lazio della Fidal. Coinvolte in primis le case circondariali Canton Mombello e Verziano, la casa circondariale di Frosinone e l’Istituto di reclusione di Sulmona.

Il progetto nasce dalla ferma convinzione che la corsa sia un’attività umana dai molteplici aspetti e, soprattutto, portatore di valori fondamentali quali: la lealtà; il rispetto di se stessi e dell’altro e delle regole. La corsa, quindi, non è solo attività fisica, ma è anche un’attività ad alto contenuto educativo sia per i giovani, sia per gli adulti, con indubbi riflessi sulla formazione della personalità.

La corsa è in grado di attivare molteplici risorse nell’uomo, fungendo da terapia per la riabilitazione di aspetti psico-fisici sani dell’individuo stesso. Tale rieducazione può avvenire attraverso attività “individuali” o di “gruppo”.

La corsa, ad esempio, è uno sport individuale. I detenuti, dopo un colloquio preliminare ed esplorativo, si valutano bisognosi di sperimentare un’attività che li rimetta in contatto con loro stessi. Correre li aiuta su una maggiore consapevolezza psicofisica e, quindi, una maggiore capacità di sintonizzarsi sui bisogni propri e altrui. I detenuti riescono a capire, attraverso l’attività fisica, ad esempio, cosa prova l’altro.

La possibilità di fare sport diventa quindi fondamentale in un ambiente dove vige la mancanza di movimento, di restrizione della libertà e di sovraffollamento; diventa dunque un momento importante per riattivare delle energie positive.

A supportare tale tesi, lo studio del 2010: “L’attività motoria nelle carceri italiane e l’esperienza di Fossombrone” indica alcuni dei benefici che l’attività fisica in carcere riesce ad attivare con la riduzione:

  • del 25% della tendenza a perdere il controllo,
  • del 20% dell’instabilità emotiva,
  • riduzione dell’ansia e delle malattie fisiche.
6 Novembre 2015

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