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Discovery Kenya 2020 – Day 3

L'allenamento in altura.

Ci svegliamo e partiamo col buio oggi per raggiungere i 3000m del Training Camp di Kapsait. Quasi due ore di viaggio da Eldoret e siamo in altura, in una savana primordiale che ci avvolge.

Oggi seguiamo l’allenamento di Brigid Kosgei (record del mondo maratona), Vivian Kiplagat  e un folto gruppo di atleti di atleti Rosa Associati.
Un percorso di 19km di aspre salite, prima su terra poi su asfalto, con 600m di dislivello. Il ritmo è alto ed è strabiliante vedere la sincronia nella falcata dei runner. Tutti suonano la stessa musica, una musica diversa da tutto il resto del mondo.

Avete atleti così in Italia? ci chiede il nostro autista. Chi potrebbe mai avere atleti così? Atleti così esistono solo qui in Kenya, solo a 3000m. Sono unici al mondo.

Hanno una compostezza, una dignità e concentrazione nello sforzo che ammalia. Alcuni di noi provano a seguirli per poche centinaia di metri, per delle riprese, per gioco o semplicemente per dire di averci provato e lo stupore è ancora più grande perché è davvero impossibile stargli vicino. La fatica è pazzesca, il fiato manca a questa altitudine e le gambe si fanno presto pesanti. Ma c’è chi non demorde e corre per alcuni chilometri, al proprio ritmo, in uno scenario unico.

Brigid è davvero in grande forma, determinata, è la sola donna a stare sempre nel gruppo di testa con gli uomini, che le si chiudono intorno a guscio quasi a proteggerla.

Kapsait: dove il Dr. Rosa ha lasciato il cuore.

Visitiamo il camp di Kapsait, molto più spartano e rustico di quello di Kaptagat, ma con il fascino dell’altura. Il camp è gestito da Erick Kimaiyo, direttore e coach, atleta veterano due volte vincitore alla Maratona di Honolulu (1996 e 1997), al fianco del Dr. Rosa da ormai 25 anni.
L’occasione per scattare le fotografie con gli atleti è il modo per conoscerli un po’ meglio. Paiono tutti molto timidi e impacciati davanti alla macchina fotografica. Quando corrono sono degli dei, ma al di fuori della corsa sono persone umili e riservate.

Viene da chiedersi cosa provino passando dal vivere ed allenarsi a 3000m in mezzo al nulla nel pieno della natura, a correre le più grandi maratone al mondo, partecipate da decine di migliaia di persone tra runner e pubblico.

La nostra visita al camp termina con l’incontro con gli studenti ed ex-studenti della scuola secondaria di Kapsait e il Dr. Rosa lascia trapelare un po’ di emozione parlando a loro: “Per me è davvero incredibile stare di fronte a voi, così tanti atleti, così tanti ragazzi in un posto che è lontano da tutto, 400km da Nairobi. Il training camp è molto semplice ma funziona e ci sta dando davvero tanti risultati. Stiamo facendo del nostro meglio per migliorarlo ogni giorno, ma ci vuole tempo (stanno per essere costruite la scuola materna e la palestra). Oltre al record del mondo e gli ottimi risultati delle donne, so che anche gli uomini possono competere per lo stesso e per vincere le maratone più importanti. Io sono innamorato di questo training camp, la mia storia è molto legata a Kapsait, è il camp più alto nel mondo e allenarsi in altura è molto molto importante per i vostri risultati“.

Primary School di Kaptabuch: emozione pura.

Dopo la colazione con gli atleti, lasciamo il camp e ci dirigiamo verso la Primary School di Kaptabuch.

Tutto il tempo che ci fermiamo con loro è emozione pura, sin dal nostro arrivo, dove tutti gli studenti in divisa ci attendono schierati in due linee lunghissime a formare un corridoio. Veniamo accolti con canti e balli da coloratissime donne in vestiti tradizionali, che ci consegnano i doni di benvenuto.

Ci dirigiamo verso l’ufficio del direttore che, dopo averci fatto firmare il registro visitatori dove dedichiamo un nostro pensiero agli studenti, ci accompagna ad incontrare la quinta classe… sono in 60!

All’esterno, nel campo della scuola, hanno allestito una corsa per i bambini più piccoli, di soli 3 anni. È un’emozione vederli correre, camminare, a volte piangere, aiutarsi a vicenda e aiutarli ad arrivare al traguardo.
Ci fanno accomodare sul palco, siamo ospiti d’onore, ma la realtà è che siamo noi ad essere onorati di così tanta passione, attenzione e accoglienza. Si susseguono canti e balli tradizionali nei quali ci coinvolgono, è una vera festa.
Condivisione è forse una delle parole che più caratterizza questo viaggio.

Pranziamo con loro e dedichiamo qualche tempo ai bambini e alla loro curiosità. Non hanno mai visto un europeo e il colore della nostra pelle è come una calamita per loro.
Prima si avvicinano timorosi, ci guardano, ridono imbarazzati, ma appena capiscono che gli diamo confidenza ci assalgono festosi e ci prendono le mani. Ci tirano, ognuno di loro vuole toccare e vedere da vicino la nostra pelle latticina. E se guardiamo le nostre mani tra le loro ci stupiamo anche noi di quanto siamo uguali e diversi allo stesso tempo. Guardano e ridono di ogni lentiggine della nostra pelle, delle nostre dita, delle nostre unghie e in questo contatto così umano e primordiale c’è tanta energia che ci riempie davvero il cuore. È un desiderio di contatto umano. È il più bel modo che potevamo trovare per comunicare con loro.

A casa del world record Brigid Kosgei.

La giornata si conclude a casa di Brigid Kosgei, che pur nella sua riservatezza e timidezza, ci accoglie con la sua famiglia e gli amici più cari nella abitazione dove è cresciuta, non lontano da Kapsait. L’ospitalità è davvero importante per i keniani e non mancano mai di dimostrarcelo con calore, cibo e grandi sorrisi. E Brigid è una vera e propria padrona di casa: non importa quante maratone abbia vinto, il fatto che detenga il record della maratona femminile o che sia in questo momento l’atleta più importante al mondo. Brigid ci ricorda che lei è anche una madre e una persona comune e ci riserva tutta l’ospitalità che solo una donna sa dare.

Luca (Regonaschi, Brescia Oggi) e Gabriele (Colleoni, Vice-Direttore del Giornale di Brescia) ne approfittano per un’intervista e sono davvero toccati da come in questa donna minuta, di soli 42kg, si nasconda allo stesso tempo una forza e una dolcezza tale.

Credits:

Author: Francesca Valenti
Foto: Francesca Valenti
Video: Alberto Malinverni

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