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Discovery Kenya 2020 – Day 4

Mercoledì mattina partiamo alla volta di Kapsabet, tra le verdissime colline delle piantagioni di tè, per seguire gli allenamenti di un importante gruppo di atleti tra cui Stanley Biwott – vincitore della NYC Marathon 2015 – e Titus Ekiru – vincitore della Milano Marathon 2019 e Honolulu Marathon 2019.

Seguire il gruppo oggi è un po’ più difficoltoso del solito: le strade sono strette, il team più numeroso e il terreno spesso troppo accidentato per accelerare, ma i 18km volano letteralmente sotto i loro piedi.
Ci pare che gli atleti tengano un ritmo pazzesco, ma in realtà, come nei due giorni precedenti, stanno “giocando” per noi. Ma da vedere sono forse il gruppo più unito e compatto che abbiamo affiancato finora.

Facciamo colazione con gli atleti al Training Camp di Kapsabet, il più recente costruito al 50% dal Dr. Rosa e io 50% da Stanley Biwott, uno degli atleti di punta del team Rosa Associati, l’unico in Kenya ad avere deciso di investire nella costruzione della struttura per dare opportunità ad altri giovani che come lui possono trovare nella maratona un’opportunità ed un futuro. Questa non è la norma infatti, la situazione in Kenya non è facile, e Biwott è una persona umanamente incredibile nella sua semplicità e generosità.
Si respira, infatti, un’aria famigliare e di supporto reciproco, il gruppo  pare molto coeso e unito. Per lo stesso motivo è stata costruita una palestra che non è mai stata adibita a tale, ma trasformata in un ulteriore dormitorio per 9 persone. Gli atleti hanno deciso di rinunciare ognuno di loro ad una piccola parte per la propria preparazione, per poter dare l’opportunità ad altri di entrare in squadra.

L'incontro con gli atleti: il camp dei risultati.

Questo è il camp dei campioni più forti, la concentrazione di risultati è davvero alta e anche in questi vi ritroviamo la coesione del gruppo.

Il Dr. Rosa ci presenta per primo il gruppo dei 2.04.

Stanley Biwott per primo, che oltre ad aver vinto numerose maratone, è il miglior tempo del team con 2.03.51 alla London Marathon.

Marius Kipserem ha una falcata incredibilmente lunga, di circa 3m, pur non avendo una statura elevata. Il suo tempo è 2.04.04. Ha vinto Abu Dhabi lo scorso anno  e Rotterdam quest’anno.

Dixon Chumba, ha vinto 2 volte la Maratona di Tokyo e 2 volte Chicago, ha un personal best di 2.04.23.

Reuben Kiprop Kipyego ha fatto la lepre in alcune gare, ha vinto la ADNOC Abu Dhabi Marathon a dicembre 2019. La gara è partita male, ma da solo alla fine ha segnato un tempo di 2.04.40 e quest’anno parteciperà alla Maratona di Milano. È una delle giovani speranze del team.

Titus Ekiru ha vinto tutte le maratone e mezze maratone a cui ha partecipato, è imbattuto e uno dei più grandi talenti di Rosa Associati. Ha vinto a Città del Messico, Honolulu (che è una gara molto difficile), a Milano ha fatto 2.04.46, il record in Italia. A breve parteciperà alla Maratona di Tokyo.

Emmanuel Saina, un fisico incredibile, secondo a Buenos Aires, ha partecipato anche a Dubai e ha un personal best id 2.05.02, prossimo a scendere a 2.04.

 

La colonna sonora di Aldo Rock e Radio Deejay.

Oggi salutiamo Aldo Rock, Alioscia (Mazzetto) e Paolo (Terraneo), che ci hanno accompagnato in questi giorni per realizzare un video per Radio Deejay. Aldo ha portato con noi in questi giorni molta poesia, musica ed energia, spesso incontrollabile e irrompente come è lui.

A lui chiediamo prima della partenza di dirci la sua colonna sonora personale che rappresenta questo Discovery Kenya e ci lascia con Ali Ibrahim “Farka” Touré, uno dei principali esponenti dell’African Blues, con pezzi come Savane e Johnny Cash, nelle sue versioni strumentali, perché qui in Kenya non sono necessarie parole, è il paesaggio stesso che ci racconta una storia, con le chitarre in sottofondo.

Quello che lo affascina oggi, prima della partenza, è il contrasto tra lentezza dei raccoglitori di tè e la velocità dei runner. L’Africa del resto è la terra dei contrasti, come dice a Luca (Regonaschi – Brescia Oggi) prima della partenza nella sua ultima intervista.

Non è la prima volta per lui ia Discovery Kenya. Vi ha già partecipato nel 2004, 2006 e 2009 per documentarlo. Ora però vede la consapevolezza nei keniani che la corsa può cambiare la vita e dare speranza. Anche chi non arriva a vincere la maratona ha già vinto la possibilità di correre e chi vince torna ad allenarsi nella propria terra e ad aiutare gli altri a crescere.

Mille sfumature di verde.

Dedichiamo il pomeriggio ad una passeggiata e una corsa nelle fitte piantagioni di tè, che si perdono davvero a vista d’occhio, circondate da macchie di foresta. È abbastanza nuvoloso, la luce cambia rapidamente così come i colori delle colline dell’altipiano e, passando dal sole ad una lieve pioggia, abbiamo modo di apprezzare le mille sfumature di queste distese verdi. Siamo ai margini della Great Rift Valleya circa 2.047 metri sul livello del mare.

Ci infiliamo nelle strette vie all’interno dei cespugli, che ci arrivano al fianco, per raggiungere i raccoglitori delle foglie di tè. Solo in alcune aree infatti si utilizzano macchinari per il raccolto, il resto viene fatto tutto a mano. Ne approfittiamo per qualche scatto suggestivo, ma soprattutto per chiacchierare con i meno timidi. Tutti parlano un buon inglese ed è facile fare conversazione. Ci spiegano che viene raccolto solo il bocciolo in cima al ramoscello e le due foglioline più verdi immediatamente sotto, quelle più superficiali. Le foglie più vecchie comprometterebbero, infatti, il sapore e la qualità del tè. Le loro mani sono velocissime nello strappare le foglie e lanciarle nelle gerle dietro le loro schiene. Per capire dove sono arrivati si aiutano con un lungo bastone che viene posizionato orizzontalmente di fronte a loro e spostato di una quindicina di centimetri di volta in volta, mano a mano che avanzano. Indossano lunghi e spessi grembiuli gialli di plastica per non ferirsi con i rami dei cespugli, davvero molto forti. È impossibile infatti per noi addentrarci oltre i sentieri tracciati.

Ad orari prestabiliti, lungo le strade di terra rossa che attraversano le piantagioni, i trattori e camion per il raccolto raggiungono le stazioni dove pesano e caricano i sacchi di foglie, dopo una ulteriore selezione. I raccoglitori vengono pagati a peso, solitamente una volta alla settimana. Sono indistintamente uomini e donne, davvero di tutte le età.

 

Credits:

Author: Francesca Valenti
Foto: Francesca Valenti, Max Verdino
Video: Alberto Malinverni

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