DICIOTTO VITTORIE IN TRE MESI:
IL TEAM ROSA DOMINA LA MARATONA
Fenomenale inizio di 2016 per il Team guidato dal dottor Gabriele Rosa.
Dodici successi maschili, sei femminili nelle maratone mondiali
più il prestigioso secondo posto di Biwott a Londra.
Il medico bresciano: “Sono tornato ad allenare e i risultati si vedono”.
Diciotto vittorie in tre mesi. Dal 31 gennaio all’8 maggio dodici uomini e sei donne allenati da Gabriele Rosa hanno vinto una maratona internazionale. Risultati prestigiosissimi per il Team guidato dal medico bresciano, che mai in passato aveva avuto un inizio di stagione caratterizzato da tanti successi.
LE CHICCHE – Gli atleti del Rosa Team hanno vinto dappertutto, dall’Europa all’Asia, passando per l’Africa. Le ciliegine sulla torta sono stati i trionfi dell’etiope Feyisa Lilesa a Tokyo e della keniana Jemimah Sumgong a Londra, due corse appartenenti al circuito World Marathon Majors, l’elité della 42 chilometri e 195 metri.
Ma gli atleti vestiti di oro e viola – i colori che Nike ha scelto per indentificare i corridori targati Rosa e Associati – hanno conquistato anche le classicissime di Rotterdam (con il keniano Marius Kipserem), Parigi (con la keniana Visiline Jepkesho) e Praga (grazie a Lawrence Cherono).
In un mondo dove ogni domenica si disputa una maratona, il Rosa Team ha dominato pure a Siviglia con Cosmas Lagat, a Marrakech con James Mbugua, a Daegu con James Kwambai e a Durban con Emmanuel Tirop.
Per un gruppo che combina il locale col globale, significativi i successi casalinghi a Brescia (Reuben Kerio tra gli uomini e Gelan Abebu tra le donne), Milano (Brigid Kosgei) e Trieste (Robert Chemonges), ma anche quelli raccolti in Cina, un Paese dove la corsa sta pian piano assumendo importanza: Anne Bererewe a Yangling, Kenneth Limo a Dongguan, William Chebon a Taipei. E per finire la doppietta nella maratona del Fiume Giallo con Dickson Tuwei tra i maschi e Eunice Chumba tra le donne.
Tra tanti trionfi, va poi citato anche un secondo posto che vale oro, quello conquistato da Stanley Biwott a Londra: correndo in 2h03’51” (precedente primato personale sbriciolato) il trentenne keniano ha conquistato un posto per i Giochi olimpici di Rio, suo obiettivo dell’anno.
IL RITORNO – Alla base di questi successi c’è un ingrediente semplicissimo, il ritorno di Gabriele Rosa al suo primo amore: fare a tempo pieno l’allenatore.
“Ho cominciato la mia carriera quando ero giovane – racconta il medico bresciano – facendo progetti di allenamento. Ho proseguito su questa strada per tanti anni, poi ho deciso di dedicarmi ad altro, affidando il compito di allenare a un mio allievo. Dopo una serie di difficoltà ho deciso di riprendere in mano la gestione in prima persona. Ho pertanto interrotto il rapporto col mio allievo e sono tornato al primo amore”.
Riprendere il cronometro, affiancare gli atleti durante gli allenamenti, colloquiare con loro a fine giornata: gesti semplici che hanno fatto emozionare Rosa.
“Negli ultimi anni, pur non essendo determinante, ero stato comunque attento a modalità di allenamento e risultati, ma con un certo distacco. Avevo quindi voglia di rimettermi in gioco, ma dovevo verificare sul campo se le mie capacità di ottenere risultati erano ancora validi”.
La strada ha sentenziato che Gabriele Rosa è ancora il numero uno. Da meno di un anno il medico bresciano è tornato ad allenare in prima persona un centinaio di maratoneti. I risultati raccolti in questo scorcio di 2016 testimoniano la bontà del percorso tecnico avviato.
IL SEGRETO – Qual è il segreto di queste vittorie? Gabriele Rosa lo svela con tranquillità: “Con gli atleti keniani non bisogna essere dei sergenti di ferro. Loro hanno bisogno del tema da svolgere, ma devono essere liberi di interpretarlo come ritengono più opportuno. Un atleta deve fare quello che si sente di fare, l’allenatore non può imporgli tutto”.
Questa filosofia ha consentito di creare un meccanismo di allenamento vincente: “In ogni training camp – spiega Rosa – ho un referente tecnico, un mio ex atleta, al quale consegno i temi da svolgere. Quotidianamente vengo informato su come si sono svolti gli allenamenti e di conseguenza i temi variano in base alle informazioni che raccolgo”.
Un circolo virtuoso quindi che si alimenta con i numerosi successi raccolti ogni domenica nei cinque continenti. Siamo solo a maggio, la stagione è ancora lunga.