Ultimo giorno.
Oggi il programma prevede la visita al camp di Londiani, per poi raggiungere Nairobi e rientrare, in tarda serata, in Italia. Un lungo viaggio a bordo della nostra mitica Jeep guidata da Waweru.
Si parte dopo avere caricato a fatica i bagagli che, chissà come mai, oggi sembrano più ingombranti di quando siamo arrivati. In due ore di viaggio raggiungiamo Londiani, passando la linea dell’equatore! Attraversiamo una zona rurale estesa e sono molte le bancarelle di frutta e verdura che vengono quotidianamente improvvisate dai contadini ai bordi delle strade e agli incroci. Le merci vengono esposte in ordine: le patate impilate perfettamente in secchi di plastica, enormi carote vendute a mazzi, i piselli sgranati e confezionati in sacchetti di plastica, lo stesso per le prugne, ed infine le pannocchie abbrustolite. Noi però compriamo del miele.
La dichiarazione di Alberto Malinverni, Filmmaker.
“Giungiamo a Londiani immersi una nuvola di terra rossa, oggi il vento vuole accarezzarci più del solito come a trattenerci in un dolce abbraccio. Il training camp comunica col mondo esterno attraverso un solido portone di ferro che lascia però preannunciare l’accoglienza a noi riservata appena al di là di esso. Sono le voci delle giovani atlete, gaie, squillanti che, in coro, intonano “welcome” e, all’unisono, danzano lentamente battendo le mani come ritmo dettato dalla madre terra. Personalmente la loro genuinità mi smuove una forte commozione, i miei occhi brillano e non a causa della polvere. Lo stesso effetto lo prova poco dopo Fabiana, la collega fotografa, e ci ritroviamo a non riuscire a rimanere fermi sull’”obbiettivo” perché la minuscola bimba vestita a festa si scioglie in un sorriso solare mentre lei la tiene in braccio. In questo camp avvertiamo la presenza del femminino sacro, la sua accoglienza, la sua disciplina, come l’aver scovato il senso puro della vita.“
Alberto Malinverni – Filmmaker
Londiani: il training camp.
Realizzato nel 2017, notiamo come ogni anno vengano apportate delle portanti migliorie. Il camp, tutto al femminile, è molto accogliente con edifici dipinti di fresco e aiuole colorate. Vi è un dormitorio per una ventina di ragazze e alcune camere più piccole, poi c’è l’edificio adibito a cucina con il fuoco dove sta bollendo una pentola di fagioli e la piccola sala dove viene allestito il buffet che ci viene offerto con grazia e gentilezza. Tutto è perfettamente in ordine.
Il camp accoglie le ragazzine sin da quando, all’età di 11/13 anni, vengono individuate per il loro potenziale. Iniziano quindi un percorso completo che le accompagna, secondo la mission che ci contraddistingue, nella formazione scolastica e nella preparazione atletica fino a quando inizia la loro carriera di atlete internazionali, prima nella categoria junior e poi senior. Questo camp ospita numerose atlete che stanno ottenendo significativi risultati a livello mondiale.
Il contributo di Arcese.
Quest’anno inoltre verrà avviato un nuovo progetto in collaborazione con Arcese. Nel 2018, quando Aurora Arcese ha preso parte al Discovery Kenya, è rimasta da subito molto colpita dalla realtà di questo training camp ed ha fortemente voluto donare un contributo significativo. Infatti, a breve, verrà acquistato un terreno dove si realizzerà una pista di allenamento. Questo regalo faciliterà di molto la vita della giovani atlete che così non saranno più costrette a percorrere numerosi km per andarsi ad allenare.
La sosta al camp.
Ci fermiamo alcune ore e per ognuno di noi è un’esperienza diversa. I dolci volti delle ragazze, la loro calda e naturale accoglienza, la voglia di conoscerci e sapere da dove veniamo (per le più piccole è la prima volta che vedono dei bianchi), l’entusiasmo con cui ci mostrano le loro camere, ci raccontano delle loro passioni, per noi è un dono grande.
Ce ne andiamo grati di questa sosta, che ci ha messo nuovamente a confronto con uno spaccato di vita tanto diverso dal nostro.
Il viaggio di ritorno.
Sono quasi 4 ore di auto da Londiani a Nairobi. La vita di questa regione del Kenya ci scorre accanto. Dal finestrino possiamo osservare il paesaggio che cambia. Ora gli eucalipti hanno lasciato il posto alle acacie.
La strada che da qui conduce fino a Nairobi è una lunga fila di camion e gli autisti devono letteralmente buttarsi in sorpasso e rientrare in corsia in tempo prima che arrivi qualcuno in senso opposto. Non nascondiamo un po’ di timore quando la manovra del nostro autista ci sembra troppo azzardata.
Mentre ammazziamo il tempo chiacchierando e sonnecchiando, ascoltiamo più volte una canzone locale che è diventata la colonna sonora di questa edizione del Discovery Kenya. Il ritornello dice qualcosa come: la felicità è stare in compagnia degli amici.
È strano come nell’arco di una settimana, persone che non si conoscevano siano riuscite ad entrare in sintonia l’uno con l’altro. Credo sia perché le emozioni intense che abbiamo vissuto ogni giorno di questo viaggio ci abbiano messo a nudo impedendoci di nasconderci dietro a schermi di protezione, come spesso succede ad ognuno di noi nella vita di tuti i giorni.
Prima di andare in aeroporto, ci concediamo una succulenta cena in un noto ristorante di Nairobi che non riusciamo a gustarci come avremmo voluto per timore di fare tardi. Il volo ci chiama e anche le nostre vite.
Fra di noi c’è chi domenica sarà già al lavoro in redazione e chi, invece, avrà più tempo per metabolizzare questa esperienza. Sono certa che per ognuno di noi sarà un rientro laborioso.
Credits:
Immagini: Fabiana Zanola
Video: Urban produzioni