Benvenuti in Rosa & Associati

Road to New York 2019

Come da alcuni anni ormai, si è rinnovato l’impegno del dott. Gabriele Rosa che, con il supporto del suo team di Rosa Associati e Marathon Center, ha portato lo scorso 3 novembre alcuni atleti davvero speciali a correre la maratona più famosa del mondo.

Sotto il cappello di Road to New York si sono riuniti  4 progetti che, per l’edizione 2019, hanno coinvolti una ventina di soggetti provenienti da varie regioni d’Italia.

L’Associazione Sevuoipuoi con i suoi runner affetti da sclerosi multipla, Parkinson&Sport, IOR (Istituto Oncologico Romagnolo), Cooperativa sociale Download- Albergo Etico (alla 4° partecipazione) e, come da parecchi anni ormai, i giovani della Comunità di San Patrignano.

A supportare le attività messe in campo dal Dottor Rosa, lo IOR (Istituto Oncologico Romagnolo) e le aziende Airoldi Metalli Spa, la bresciana Pasticceria Piccinelli 1862 e, per il secondo anno consecutivo, Risorse Spa – Agenzia per il Lavoro.

Fondamentale inoltre il sostegno di tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi avviata dalle associazioni per poter coprire totalmente le spese di viaggio dei partecipanti.

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SEVUOIPUOI.

Capitanata dalla Presidente Maria Luisa Garatti. Al suo fianco, Luana De Grandis, Marina Parisio, Andrea Verzelletti, Alberto Benedettini e Cristian Cucco. Dalla Lombardia al Piemonte, all’ Emilia Romagna. Tutti correranno la New York City Marathon per andare oltre l’ostacolo chiamato Sclerosi Multipla.

Grazie all’incontro di Maria Luisa Garatti e il Dott. Gabriele Rosa, avvenuto nel 2016, si è dato il via ad un progetto pilota che vede l’applicazione di un’attività di corsa di lunga durata in soggetti affetti da sclerosi multipla per dimostrare gli effetti positivi apportati dall’attività motoria, sia dal punto di vista del miglioramento delle prestazioni fisiche che psicologiche. In collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità, è ora in fase di valutazione la realizzazione di uno studio che si propone di affiancare alle cure tradizionali lo stimolo fisico e psicologico che può derivare dal praticare attività sportiva nei pazienti affetti da sclerosi multipla.

 

parkinson&sportPARKINSON&SPORT.

Più recente è l’incontro con il bresciano Stefano Ghidotti, Presidente dell’Associazione Parkinson& Sport, che farà rotta su New York con altri due compagni di viaggio, Edoardo Leotta di Bologna e Alfonso Ruocco dalla provincia di Napoli. Anche per loro la sfida della malattia si combatte con la corsa.

Anche per i malati di Parkinson l’attività motoria, se eseguita in maniera corretta e supervisionata, è considerata un mezzo per ostacolare e alleviare in modo significativo i sintomi della patologia e si traduce in supporto psicologico insostituibile.

Segui la preparazione dei runner di Parkinson&Sport sulla loro pagina Facebook.
Leggi gli articoli del blog.

 

Move your life LogoMOVE YOUR LIFE.

È il progetto a cui IOR (Istituto oncologico Romagnolo) ha dato vita qualche anno fa per promuovere i benefici dell’attività fisica non solo come arma di prevenzione, ma come strumento per migliorare l’efficacia delle terapie oncologiche, diminuendo l’impatto degli effetti collaterali nei pazienti oncologici. Dall’incontro, avvenuto qualche mese fa, tra il Dott. Gabriele Rosa e il Direttore Generale di IOR Fabrizio Miserocchi è nata l’idea di portare alcuni pazienti selezionati a correre la maratona più famosa del mondo e vivere un’esperienza unica. Tre sono i partecipanti scelti per il progetto: Monica Giunta, Cristian Galli e Valter Marcelli. Ad accompagnarli in questa entusiasmante sfida, la dottoressa Elisa Ruggeri, psicoterapeuta e coordinatrice del progetto.

I nostri tre ragazzi hanno dimostrato non poco coraggio ad accettare questa sfida: Monica e Cristian non hanno mai corso su una distanza simile, e Valter non ne ha avuto più la forza dopo la diagnosi. Ma sono sicuro che la determinazione con cui si sono imbarcati in questa avventura, unita alla competenza dell’equipe del dottor Rosa che ne segue la preparazione, siano la garanzia migliore affinché questo viaggio si riveli un grande successo: speriamo che il loro entusiasmo sia contagioso e convinca altre persone, non solo pazienti, ad uno stile di vita sano che preveda una buona dose di esercizio fisico”. Le parole di Fabrizio Miserocchi-Direttore Generale IOR.

Segui IOR e il progetto Move Your Life su Facebook.
Scopri i 3 pazienti oncologici che correranno a New York. 

 

Albergo eticoALBERGO ETICO.

Quarta partecipazione quella di Niccolò Vallese di Albergo Etico di Asti, accompagnato da Alex Toselli, Presidente della Cooperativa Sociale Download-Albergo Etico. L’associazione si occupa della formazione ed inserimento nel mondo del lavoro di persone con sindrome di down ed è all’avanguardia per il modello di formazione e accompagnamento all’autonomia adottato. Il progetto sportivo legato alla maratona di New York è nato nel 2016 e si è rinnovato con continuità e per Niccolò Vallese il compito di farsi ambasciatore dello Sport per le persone con Sindrome di Down.

Guarda il video di Niccolò in occasione della sua partecipazione alla Maratona di New York 2018. 

 

comunità-san-patrignanoSAN PATRIGNANO.

Rinnova dal 2014, anno del sodalizio della comunità con il Dr. Gabriele Rosa, l’appuntamento a New York offrendo ad un gruppo di giovani ospiti della comunità l’opportunità di vivere un’esperienza unica nel suo genere.

L’obiettivo: andare oltre il traguardo, correre i quarantadue chilometri e 125 metri della maratona con la consapevolezza della fatica, ma anche della gioia di vivere un’occasione speciale.

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Le tappe fondamentali del viaggio verso New York.

TEST DI VALUTAZIONE FUNZIONALE.

Sabato 07 Settembre, presso il Centro Marathon di Brescia, sono stati effettuati i test di valutazione funzionale che hanno stabilito lo stato di forma dei protagonisti. Il loro programma di allenamento è stato adeguato e finalizzato all’obiettivo in avvicinamento.

 

ALLENAMENTI INDIVIDUALI E DI GRUPPO.

I gruppi hanno poi seguito alcuni test e allenamenti per testare il proprio stato di forma, fino al lungo pre-gara: 30km di corsa per entrare nello spirito della maratona.

 

LA CONFERENZA STAMPA UFFICIALE.

Il 22 Ottobre la conferenza stampa ufficiale di presentazione di Road to New York. Un’occasione per ricordare che, come ha affermato il Dottor Gabriele Rosa “Tutte queste categorie andando a New York non hanno il compito di dire “io sono bravo”, ma di far capire alle persone che condividono con loro la stessa patologia che muoversi fa bene, si può camminare e correre. Diventano i leader di un movimento che si sta diffondendo in Italia e che noi chiamiamo “Il movimento utile”. Grazie a New York hanno una grande visibilità e una grande ritorno per la loro categoria e patologia”.

Scopri la conferenza stampa di lancio del progetto. >>>

 

TCS NEW YORK CITY MARATHON 2019.

E poi New York: 5 giorni tra appuntamenti ufficiali e momenti di svago, con tanta emozione e momenti indimenticabili, tra cui un breve ma entusiasmante allenamento in Central Park con shooting fotografico, il ritiro dei pettorali, il traghetto per Staten Island prima della partenza, i 42km di fatica e soddisfazione fino al traguardo e alla medaglia

 

LE DICHIARAZIONI DEI PARTECIPANTI.

Scopri l’emozione di chi ha vissuto la magia della maratona. Leggi le dichiarazioni dei nostri runner 2019.

 

Cristian Cucco.

La maratona di New York è una corsa surreale. Per molti corridori è il punto di arrivo: “Ho fatto New York”. Per me è un avventura, è una storia. E sono felice di averla scritta con voi. Siamo un bel gruppo di sclerati che vogliono dimostrare al mondo intero che SE VUOI PUOI.

 

Marina Parisio.

Fare la maratona di NY per la seconda volta, è stata una conferma che qui l’entusiasmo è contagioso. Basta fare un sorriso e la gente ti ricambia incitandoti. Consapevole di non essere al top della forma fisica, è stata dura, faticosa, il freddo è stato un ostacolo, ma passo dopo passo, i 42195 metri sono arrivati al finish e attraversarlo ancora con il sorriso da senso a tutta la fatica fatta! Se vuoi puoi!

 

Maria Luisa Garatti.

Nella vita ogni sfida va vissuta con tutta la forza che si ha e quando quella vacilla, si usa il cuore…. lui sa dove portarti.
La maratona di New York è sempre una grandissima emozione, un tatuaggio che ti rimane nell’anima.
Correrla insieme ai miei compagni di sclerosi multipla ha un significato ancora più importante.

 

Luana De Grandis.

La maratona simboleggia tanto la vita. Devi guidare te stesso per superare gli ostacoli…. a volte pensi di non riuscirci, ma poi trovi la tua forza interiore e ti rendi conto che sei molto più capace di quello che pensavi! My second medal of glory ! NYCM2K19 🇺🇸🏅

 

Alberto Benedettini.

New York magica all’alba, emozione già alla partenza, poi un pubblico incredibile, musica, festa, tifo da stadio. La maratona più bella della mia vita con la squadra migliore che potessi avere.

 

 

Andrea Verzelletti.

La corsa mi ha permesso di aprire me stesso e mi ha trasmesso che siamo tutti vincitori. Dal primo all’ ultimo. Non si corre CONTRO nessuno, si corre semplicemente contro se stessi. Sta tutto nel portare a termine un qualche cosa che ci si era prefissati. Non importa quanto potesse sembrare impossibile o irrealizzabile all’inizio.

Una volta attraversata quella line d’arrivo siamo tutti applauditi come campioni perché tutti abbiamo superato le stesse difficoltà. E il superarle trasmette un grande senso di soddisfazione e una dose di potere personale che abbatte ogni status sociale e ci riporta a contatto con noi stessi.

 

Edoardo Leotta.

La Maratona di New York è una corsa incredibile. Semplicemente fantastica. Anzi, più che una corsa è un’enorme, pazzesca festa di strada lunga 42 Km, dove il festeggiato sei proprio tu! È la TUA festa e un’intera città è scesa in strada per celebrarti. Tu sei il protagonista, l’eroe osannato da tutti e non verrai lasciato da solo nemmeno per un momento. Sarai incitato, sostenuto, acclamato incessantemente come una star da un pubblico eccezionale che sembra lì solo per te, e che per poterti applaudire si accalca ai bordi della strada, dal primo all’ultimo Km, attraverso quella metropoli straordinaria chiamata New York City.
Per me è stata una scoperta inimmaginabile e un’esperienza indimenticabile. Emozione allo stato puro. In tutta la mia vita non avevo mai provato nulla del genere. Non ci potevo credere! “Ma è tutto vero?” mi chiedevo. Ho corso con la pelle d’oca e il sorriso stampato sulle labbra, divertendomi come un bambino senza sentire la fatica mentre le gambe giravano leggere e mi sembrava di volare.
È vero che avevo letto parecchi commenti in proposito, ma non ero assolutamente preparato ad una dimostrazione di passione, entusiasmo e coinvolgimento di tali proporzioni. I racconti degli altri non riusciranno mai a rendere l’idea di quello che ti aspetta, semplicemente perché le parole non possono bastare per descrivere l’emozione che si prova a correre a New York City la prima domenica di Novembre. Si può solamente viverla.
E per una volta è bastato l’incitamento di questa città unica al mondo a donarmi tutta la dopamina di cui avevo bisogno per vincere la mia lotta quotidiana contro la malattia di Parkinson. E a farmi raggiungere un obiettivo sensazionale che viste le premesse della vigilia sembrava inimmaginabile.
Ora anch’io so cos’è veramente la Maratona di New York e capisco perché chi la corre poi vuole tornarci ancora e ancora: io se potessi rifarei tutto dall’inizio anche subito!
Let’s goooooooooooo!!!

 

Stefano Ghidotti.

A NEW YORK VA FORTE DA SEMPRE IL  ROSA.
Da anni mi parlavano di questa Maratona come la più incredibile esperienza che può vivere un runner, adesso che l’ho vissuta ho capito, i racconti non bastano a trasferire veramente le emozioni di una giornata così, bisogna esserci stato dentro e io lo sono stato anche e soprattutto grazie a  Gabriele, a te Mariella e a tutto il gruppo di Rosa Associati.
Si dice che la maratona si corra: 30 km con le gambe, 10 con la testa, 2 con il cuore e 195 metri con le lacrime agli occhi. Chi ha avuto la fortuna e il coraggio, la forza e l’onore di affrontare questa grande prova almeno una volta nella vita sa che è così. Io aggiungo che quella di New York si corre tutta con il sorriso sulle labbra.

Questa non è una gara classica, questa è il “Carnevale di Rio delle Maratone”, la festa dei runner di tutto il mondo e di ogni categoria, ancora di più di chi l’ha affronta da runner turista/tapascione, come me ieri. Ad ogni curva, angolo, ponte o quartiere una festa nuova, la diversità fa la magia.

Musica, cantanti improvvisati, orchestre di bambini o anziani, percussionisti o anche solamente qualcuno con un megafono in mano che urlava continuamente go go go, you can do it, god job man, oppure il tuo nome che, se qualche amico esperto ti aveva avvisato opportunamente, avevi stampato sulla maglietta.

Nemmeno per un minuto ho pensato ad arrivare alla svelta, andare forte, io stavo bene lì, volevo partecipare alla festa, dimostrare la mia gratitudine ai newyorkesi per la gioia che mi stavano regalando fermandomi con loro, per strada. In qualche occasione l’ho anche fatto, ho ballato e cantato, battuto highfive a non finire fregandomene della prestazione, che per me già da tempo non è più una priorità, ricevendo in cambio tanta accoglienza.

A parte aver percorso un paio di chilometri, compreso due passi di ballo, con Monica, un’amica dell’oncologico romagnolo, e la compagnia non da poco di tutti gli amici tifosi newyorkesi, ho corso sempre da solo, verso la fine della gara però, mi sarebbe piaciuto tanto scorgere un viso amico con cui condividere l’arrivo, ma niente da fare. Cerco tra il pubblico una ragione per sentirmi a casa, un tricolore, una maglia azzurra, mi basterebbe vedere la foto di una pizza, per tornare con la mente ad un momento in cui mi sono sentito abbracciato dal mio essere italiano. Finché il regalo arriva. Stefanoooo!

Eccola è una voce amica, lo capisco perché mi chiama con il mio nome e non con il nome di Jorge, un ragazzo con la SLA, che ho portato con me facendo incidere il suo nome sulla maglietta. Seguo la voce e trovo lei, la fantastica Mariella, senza di lei non saremmo qui, la trovo assiepata tra il pubblico dell’ultimo km. corro verso il suo contagioso sorriso, vado alle transenne per abbracciarla, le sono grato anche per questo regalo. Da lei in poi è ancora festa, mancano poche centinaia di metri che percorro camminando con il sorriso sulle labbra come mi ero ripromesso di fare.

La finish line e la medaglia al collo sanciscono la conquista di questo nuovo traguardo, colto anche grazie alla partecipazione al progetto di tutti gli altri amici senza i quali non sarei qui, alcuni sono già arrivati, altri sono ancora nelle braccia di questa città infinita in lungo in largo e pure in alto.

Sono stanco e felice, mille pensieri e mille sensazioni si rincorrono dentro di me, mi manca qualcuno da abbracciare, vorrei piangere un po tra le braccia di un amico, mi perdo in me per qualche minuto fin quando intravedo Alberto Belli, seduto a destra appena dopo i camion Ups.

Ritorno nel qui e ora, faccio un check dei miei dolori, poca roba, solo polpacci un po’ duri e un piede dolente, tutto ok, sacco indumenti ritirato, pacco gara preso, va be dai è finita… o mio Dio dov’è Alfonso???

 

Alfonso Ruocco.

Con Firenze Marathon ho realizzato il sogno di fare una maratona, ma non avrei  mai immaginato che in seguito ne avrei fatta un’altra, addirittura la New York City Marathon. Non finirò mai di ringraziare Stefano per avermi regalato questo sogno, sembrava non arrivasse mai il giorno della gara e invece è già passato ed è stata un’altra avventura fantastica. Con due amici fantastici, Stefano e Edoardo, ho trascorso giorni indimenticabili ricchi di emozioni.
La prima emozione quando ho visto News York, incantevole con i suoi grattaceli con al centro un parco meraviglioso “Central Park”. Poi il grande giorno tanto atteso: la partenza della maratona più bella e ambita da tutti i Runner, affianco al mitico Ghidotti e in mezzo a migliaia di Runner emozionati e gioiosi come noi e il percorso bellissimo 42km e 195 metri in mezzo ad una folla che ci incitava.
Tutto è passato, giorni indimenticabili ho corso con amici e per amici affetti da Parkinson, sclerosi multipla e altre patologie per raccontare e far capire a tutti di uscire, correre, camminare, nuotare, andare in bicicletta. In poche parole: fare tanto movimento.
Da questa avventura porto con me tanta voglia di migliorare in tutto e combattere con lo sport: al diavolo il Park, io questa vita voglio viverla fino in fondo con tutte le mie forze e cercherò di trasmettere a tutti la mia caparbietà, che ho sempre avuto e che spero di migliorare in alcuni aspetti negativi, alcuni di base del mio carattere, altri emersi dopo il Park, credo. Una confusione di cose che fanno di me una persona distratta, a tratti tenebrosa, irascibile. Ho capito grazie a questo progetto che devo rinnovare la mia persona.
Grazie Stefano, Edoardo e RosaAssociati per questa bella avventura.

 

 

Valter Marcelli.

La mia esperienza alla Maratona di New York è stata bellissima e me la porterò sempre nel cuore. Ritornare a correre una maratona per me ha significato tantissimo: avere fiducia e non aver paura della malattia. La maratona, o l’attività fisica in generale, è una grande medicina e grazie al dottor Rosa e a Mariella ho potuto realizzare un sogno e spero che quello che  abbiamo fatto possa essere da esempio per tante  persone. Non vedo l’ora di correre un’altra maratona perché le emozioni che ho provato  sono indescrivibili. E sono orgoglioso dei miei compagni: Monica, Elisa e Cristian. Un grande Grazie  a Mariella e il dottor Rosa.

 

Elena Corsini.

Il mio personale progetto: la tesi di laurea su Road to New York 2019.
Per la mia tesi di laurea (corso di Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata presso l’Università degli studi di Brescia) volevo qualcosa che andasse oltre ad un semplice elaborato redatto per poi essere lasciato a prendere polvere nel dimenticatoio.
Quando mi è stato illustrato dallo staff del Marathon Sport Center, dove ho svolto il mio tirocinio, il progetto Road to New York, ho da subito capito che quella era la direzione dove volevo concentrare le mie forze e energie.
Un progetto che vuole raccontare, non solo a parole ma anche con i fatti, l’importanza dell’attività fisica sia per il benessere fisico che per quello mentale e sociale, in persone affette da particolari patologie o in disabilità.
Il movimento è visto quindi come un elemento fondamentale per riappropriarsi della propria vita, reinventarsi, darsi nuovi obiettivi e nuove possibilità.
Dopo test funzionali, periodi di allenamento e gare in territorio italiano, siamo approdati a New York, per correre insieme la maratona, per farci portavoce dell’importanza dell’attività fisica e per vincere la sfida più bella e difficile: quella con noi stessi.

La  mia esperienza con Road to New York 2019. 

Ogni esperienza porta con sè nuove consapevolezze e la maratona mi ha insegnato tanto.
La tenacia a non mollare anche quando non ce la facevo più, la pazienza di costruire pian piano, l’umiltà di considerare i miei limiti, la follia di provare a superarli, la determinazione a raggiungere l’obiettivo.
È stato un viaggio dentro me stessa che mi ha lasciato qualcosa di indelebile che porterò sempre nel cuore
per ricordarmi che nulla è impossibile

Le parole del Dott. Gabriele Rosa.

A New York ho avuto la fortuna di vivere per ben 11 volte l’emozione della vittoria grazie ai miei atleti.

Da alcuni anni però ho l’opportunità di provare emozioni altrettanto intense grazie agli atleti speciali che accompagno, seguendoli passo passo in questa esperienza: dalla preparazione atletica al viaggio ma soprattutto imparando a conoscere le loro storie di vita, segnate dalla malattia o dalla disabilità.

Queste persone hanno una forza d’animo incredibile e ci insegnano l’importanza di non arrendersi, di arrivare in fondo alla cose senza mollare mai per dimostrare che non c’è sfortuna, malattia o destino contro cui non si possa combattere e vincere. Ogni anno sono al traguardo ad aspettarli ed è sempre una grande vittoria per tutti”. 

Grazie ai partner di Road to New York 2019.

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