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Discovery Kenya 2023 – Day 3

Le parole di Fabiana Zanola, fotografa del Discovery Kenya 2023.

Oggi durante le visite ai training camp e alle scuole le emozioni hanno preso il sopravvento. Sentendo da anni i racconti del Discovery Kenya dagli amici che ci sono già stati, avrei potuto pensare di essere preparata a tutto quello che sarebbe successo, ma essere qui e viverlo è tutta un’altra cosa.

Pensando a questo viaggio mi sono preparata preoccupandomi principalmente di cose pratiche e concrete, ma la gratitudine, la speranza e le mille domande che ho letto nei mille occhi che oggi hanno guardato dentro al mio obiettivo, sono arrivate dritte al cuore e hanno spazzato via tutto il resto, per pochi intensi istanti.

È un’esperienza che mi sta mettendo alla prova, come professionista ma soprattutto come essere umano.”

In viaggio verso Kapsait.

Usciamo dal traffico cittadino alle 07 del mattino. Siamo diretti verso Kapsait dove si trova il training camp più alto al mondo e dove si allena la campionessa Brigid Kosgei. Ai bordi della strada che lentamente sale si scorgono gruppi di bambini che vanno a scuola. I più grandi accompagnano i più piccoli e tra una corsa e l’altra percorrono 3 – 5 km per andare a scuola. Attraversiamo una zona agricola con campi coltivati a cereali che si alternano a pascoli. Gli appezzamenti di terreno sono molto ordinati ed i confini sono delimitati da steccati.

Iniziamo a salire ed il paesaggio cambia nuovamente. Descriverlo non è facile, stiamo piano piano salendo verso i 3000 m di altitudine ma la vegetazione è ancora molto rigogliosa. La terra sembra ancora più rossa ed il terreno un soffice muschio bagnato dai corsi d’acqua. Anche le abitazioni sono diverse da queste parti, qui troviamo i tukul, le caratteristiche abitazioni circolari costruite in pietra e legno e ricoperte d’argilla con il tetto in paglia. Sono le aquile in volo sulle nostre teste a ricordarci che siamo davvero in alto.

KAPSAIT: il training camp più alto al mondo

Raggiungiamo il gruppo di atlete e atleti che si allenano al camp gestito dall’allenatore Eric Kimayo, ex atleta e storico collaboratore, e subito scorgiamo la figura minuta di Brigid Kosgei, primatista mondiale di maratona, che esce dal gruppo per andare a porgere un saluto caloroso al Dottor Gabriele Rosa.

Anche oggi possiamo godere di uno spettacolo. Il gruppo, composto da circa 30 atleti che, per l’occasione hanno indossato la maglia rossa che contraddistingue questa edizione del Discovery Kenya, parte per un allenamento di 15 km lungo la strada asfaltata di recente. È un percorso ondulato e loro, con passo veloce ma lieve, sfiorano appena il terreno. Qui il gruppo è compatto fino alla fine e a dettare il ritmo è Brigid.

L’allenamento termina proprio davanti all’entrata del training camp e ad attendere con noi l’arrivo del gruppo ci sono gli abitanti del villaggio che si sono radunati perché, scopriamo poi, l’attrazione siamo noi, il gruppo di wazungo arrivati fin lassù. L’ospitalità di questo camp estremo non ci delude mai. Anche quest’anno veniamo deliziati con carne di pecora cotta alla griglia, chappati di prima qualità e frutta gustosissima.

La palestra.

La nostra visita al camp coincide con l’inaugurazione della palestra che è stata costruita grazie al supporto di Arcese. La costruzione dell’edifico è iniziata durante la pandemia ed è terminata qualche mese fa. A testare i tappetini e gli elastici e altri piccoli attrezzi di cui è fornita per il momento la palestra c’è sempre lei: Brigid Kosgey accompagnata dalle colleghe Vivian Kiplagat e Judith Jeptum Korir.

I sorrisi dei bambini e la scuola materna.

Possiamo davvero dire che la seconda parte della giornata abbia visto protagonisti loro, i bambini.

Sul terreno del training camp è stato costruito un asilo per i piccoli del villaggio. Questo “regalo” alla comunità è stato realizzato sempre grazie al progetto che Arcese ha messo in campo nel 2020 al fianco di Rosa Associati. L’edificio si compone di una grande aula all’interno della quale vi sono i piccoli banchi in legno e due grandi lavagne, oltre a due stanze per gli insegnanti.

Ad attenderci una cinquantina di bambini di 3/4 anni accompagnati dai loro genitori. Con un po’ di timore alcuni di loro si lasciano aiutare da noi ad infilarsi le magliette rosse. Altri invece scoppiano in lacrime perché, ci dicono le mamme, non hanno mai visto un bianco.

Prima di entrare in classe però, non può mancare una corsetta ed è bellissimo vedere il gruppo che trotterellando si allontana  per raggiungere il punto di partenza di questa gara. Arrivano di corsa felici, incitati da noi e dai loro genitori. Sono bellissimi, hanno grandi occhi scuri e ci guardano affascinati. Loro non capiscono perché siamo lì e non capiscono cosa tentiamo di dire loro dato che, non andando ancora a scuola, parlano solo lo Swaily. Così per farli sorridere cerchiamo di attrarre la loro attenzione facendo smorfie o battendo le mani. Alla fine è una maestra che intonando una canzonetta, la versione Swaily di Fra Martino, fa cantare e sorridere tutti.

Nell’aula gremita di genitori e bambini si crea un’atmosfera indescrivibile. Ridiamo con loro, battiamo le mani. Per molti di noi è impossibile trattenere le lacrime. Il confronto con questa gente estremamente semplice, dignitosa e fiera è forte e porta inevitabilmente a riflettere ed a porci molti perché.

La scuola di Kaptabuk.

Da oltre 20 anni Rosa Associati supporta la Kaptabuk Primary School che si trova a ad una ventina di minuti di auto dal training camp. Una scuola che ospita oltre 600 bambini dai 6 ai 13 anni. Nel corso degli anni il contributo di Rosa Associati è servito ad acquistare banchi, sedie e per realizzare un dormitorio per i bambini che abitano lontano. Anche qui la sensibilità di Aurora Arcese ha portato in regalo una biblioteca che, realizzata anch’essa durante la pandemia, non era ancora stata inaugurata ufficialmente.

L’arrivo alla scuola ci toglie il fiato: centinaia di bambini che ci attendono intonando canzoni di benvenuto, mentre all’ingresso un gruppo di donne del villaggio ballano e cantano. Non possiamo varcare la soglia senza che gli uomini del gruppo abbiano indossato il tipico copricapo, la mantella ed il bastone intagliato a mano, mentre alle signore viene stretta in testa una fascetta colorata.

La cerimonia d'inaugurazione della biblioteca.

Prima di varcare la soglia della biblioteca, la cerimonia d’inaugurazione prevede di scoprire le targhe che sono state affisse al muro. Anche qui restiamo piacevolmente sorpresi dalla cura con cui questo edificio è stato costruito, accanto all’ampia sala studio vi è la biblioteca con centinaia di libri di vario genere. Il governo ha recentemente fornito la scuola di qualche pc ma certo non bastano per tutti. Ancora una volta è inevitabile il confronto fra la nostra e la loro quotidianità, i nostri e i loro confort.

I canti e i balli.

La cerimonia in nostro onore prosegue. Assistiamo a canti e balli tradizionali in costume e anche noi veniamo incitati a partecipare. E come dire di no? Ci uniamo al gruppo ed iniziamo a saltare e ballare ma l’altitudine si fa sentire. Che fatica!

Sono le 15.00 e la giornata di festa sta volgendo al termine ma prima di partire veniamo accompagnati da uno sciame in divisa verde verso l’edificio principale dove è stato allestito un rinfresco.

La malinconia dei saluti.

Ormai sono le 16.00 e dobbiamo ripartire, il viaggio è lungo e vogliamo essere di ritorno prima che faccia buio. Con un po’ di malinconia saliamo sulla jeep che ci riporterà in città. Lungo il viaggio c’è chi ne approfitta per scrivere a caldo le impressioni di questa giornata che credo sarà impossibile da dimenticare.

Oggi è stata una giornata che non dimenticheremo facilmente, ma il viaggio continua…

Credits:

Immagini: Fabiana Zanola

Video: Urban produzioni

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