Verso Nairobi.
Annullata la Nike Eldoret 10km a causa della concomitanza di un evento che coinvolge numerosi politici in città, salutiamo Eldoret e l’altura e partiamo alla volta della capitale per la conclusione del nostro viaggio, prima del rientro in Italia. Sei ore di ritardo inaspettate per un’ora di volo. La compagnia si giustifica con problemi tecnici, ma capita spesso da queste parti che i voli ritardino per l’attesa di politici o personalità importanti e noi non possiamo che adottare il mood calmo e lento keniano e attendere la nostra partenza.
Nairobi, il cui nome deriva dalla frase masaii “enkare nai-robi” ovvero “luogo dell’acqua fredda“, effettivamente ci accoglie con una pioggia inusuale per il mese di Febbraio e temperature fresche che apparentemente poco sanno di Africa. Usciti dall’aeroporto cerchiamo di non farci inghiottire dal traffico grazie all’esperienza dei nostri driver: circa 4,5 milioni di abitanti e ben 2 milioni di pendolari ogni giorno congestionano le più importanti arterie della capitale.
Tra ritardo del volo e traffico iniziamo ad avere un’idea della complessità logistica per movimentare gli atleti dai camp di Rosa Associati che abbiamo visitato nei giorni scorsi alle maratone internazionali a cui partecipano. È sicuramente necessaria una macchina organizzativa ben collaudata e pronta agli imprevisti keniani!
Dove la natura incontra la metropoli.
Una volta nella capitale decidiamo di rendere onore ai due sopprannomi di Nairobi:
- Green City in the Sun: anche se di sole ce n’è davvero poco in questi giorni, le sue aree verdi si contrappongono fortemente ad uno skyline fatto di palazzi e grattacieli. È affascinante vedere come savana e metropoli si incontrano percorrendo una lunga via che costeggia parte del Natural Park. È una contrapposizione molto forte. Ci dirigiamo poi verso l’Uhruru Park View Point, da dove si ammira lo skyline della città con grattacieli come la Times Tower (140m), la Teleposta Tower (120m), il Kenyatta International Conference Centre e l’NSSF Building (103m). Nairobi è uno dei cuori commerciali e finanziari dell’Africa e da qui lo si percepisce chiaramente.
- Safari Capital of the World: siamo davvero nella capitale mondiale del safari, sia perché da qui partono le più importanti tratte turistiche keniote, sia perché la città ospita il Nairobi National Park – area protetta di 117km2 che costituisce un raro esempio di Parco nazionale negli immediati dintorni di una grande città. Purtroppo la pioggia forte di questi ultimi giorni ha reso il parco impraticabile, anche con le Jeep. Visitiamo dunque il Giraffe Centre, nato per educare i giovani e i bambini delle scuole keniote sulla fauna e ambiente del loro paese e sensibilizzare i visitatori internazionali, permettendogli un contatto con questo affascinante animale.
Masaii Market.
Shopping obbligato prima della partenza al Masaii Market. In città ce ne sono diversi, tutti all’aperto, che permettono di acquistare manufatti locali di diverso tipo: oggetti in legno, maschere, tessuti, abiti, soprammobili e molto altro. Parola d’ordine qui come in qualsiasi altro shop in Kenya: contrattare. È una vera e propria arte, considerate dunque di dedicarci del tempo.
Attenzione: spesso i turisti vengono assaliti ancor prima del loro ingresso ai market da “guide locali”, come è accaduto a noi, che si propongono di accompagnarli nei vari shop e contrattare per loro. Sono molto insistenti. Se potete, evitate di farvi accompagnare, le trattative dirette con i negozianti saranno più libere, divertenti e vantaggiose per voi.
Musica tra reggae, pop e rock: il concerto degli UB40.
E dopo una cena in uno dei più famosi ristoranti di Nairobi, il Carnivore, il nostro gruppo ha avuto il piacere di assistere al concerto degli UB40, leggendaria band inglese che ha celebrato proprio a Nairobi il suo 40esimo anniversario (tra i brani più famosi “I Can’t Help Falling In Love With You“, “Don’t Break My Heart” and “Sing Our Own Song“).
E così, dopo esserci cimentati con le danze tipiche alla scuola di Kaptabuk e nel camp di Londiani, è la volta del reggae internazionale ascoltato nella capitale e a sorpresa sono arrivati sul palco anche il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta e il leader del partito ODM Raila Odinga, che hanno assistito e ballato per l’intero concerto.
Verso l'Italia: il mal d'Africa.
C’è chi già di noi ne soffriva, chi invece alla fine di questo viaggio inizia a capire cos’è. Il mal d’Africa è quella sensazione di nostalgia di chi ha visitato l’Africa e desidera tornarci. Chi per i tramonti e per la natura, chi per la cucina e la cultura.
In noi sicuramente per gli incontri.
Quelli con gli atleti e campioni di Rosa Associati più forti al mondo, che si sono avvicinati a noi con naturale semplicità e ci hanno ospitato durante i loro allenamenti, nei training camp di Kaptagat, Kapsait in altura e Kapsabet nelle Nandy Hills, a colazione e nelle loro case, come il record del mondo Brigid Kosgei, e nella cena ufficiale nella giornata del Discovery Kenya Cross Country.
Per gli incontri con i bambini, la Primary School of Kaptabuch, le giovani donne del Training Camp di Londiani e la loro affezionata comunità.
Per la possibilità di vedere da vicino come lavorano il Dr. Gabriele Rosa ed il suo staff, il Management e quello che hanno costruito in 30 anni in Kenya, per i keniani e per il futuro della corsa.
Credits:
Author: Francesca Valenti
Foto: Francesca Valenti; Masaii Market: wikipedia, flickr.com
Video: Alberto Malinverni